Il 11 novembre 2022, in un caso in cui un fattorino è morto per un malore improvviso mentre consegnava del cibo, il tribunale popolare primario di Chaoyang di Pechino ha ritenuto che lo stesso fattorino di cibo, la piattaforma di consegna di cibo (piattaforma di gig economy) e il suo datore di lavoro (società di outsourcing della piattaforma di consegna di cibo) dovrebbero essere responsabili del 10%, 20% e 70% di rispettivamente questa situazione.
Il fattorino era impiegato da una società di outsourcing che collaborava con la piattaforma di consegna di cibo e riceveva ordini di consegna da tale piattaforma.
Alcuni magnati delle piattaforme cinesi di gig economy, come la piattaforma di ride-hailing Didi e la piattaforma di consegna da asporto Meituan, spesso firmano accordi di cooperazione con società di outsourcing per assumere dipendenti al fine di aggirare e trasferire la responsabilità del datore di lavoro a tali società.
Nella tarda notte del 9 maggio 2021, il fattorino, che è svenuto a causa di un malore improvviso mentre si recava a consegnare il cibo, alla fine è morto dopo non essere stato scoperto per diverse ore. I suoi parenti ritenevano che la piattaforma da asporto non avesse adempiuto al suo necessario obbligo di salvataggio e quindi hanno intentato una causa contro di essa.
Dopo l'udienza, il tribunale ha ritenuto che la colpa fosse sia della piattaforma di asporto che della società di outsourcing, di cui quest'ultima parte, il datore di lavoro, doveva assumersi la responsabilità principale. Di conseguenza, il tribunale ha stabilito che le due parti debbano pagare un risarcimento di oltre 1.5 milioni di yuan alla famiglia di Liu.
Il governo cinese ha cercato di conciliare gli interessi delle piattaforme di gig economy con quelli dei dipendenti, in modo da proteggere i diritti dei dipendenti evitando costi eccessivi delle risorse umane per le piattaforme di gig economy. Per una discussione dettagliata, si prega di consultare il nostro post precedente "Autisti che effettuano corse in Cina: non dipendenti, ma appaltatori indipendenti".
Le opinioni dei giudici cinesi su questa politica sono state presentate in un altro post, che ha sostenuto che: “la nuova politica emanata dal governo cinese nel luglio 2021 propone un altro tipo di rapporto, ovvero il “rapporto di quasi lavoro”. La policy la definisce “una circostanza non pienamente coerente con il rapporto di lavoro”.
Questo tipo di “rapporto di quasi-lavoro” da un lato non riconosce che i gig worker siano già caduti sotto la condizione lavorativa e, dall'altro, richiede che la piattaforma si accolla alcuni degli obblighi in quanto datore di lavoro.
Lo scopo di questa politica è bilanciare gli interessi della piattaforma e dei gig worker, vale a dire un compromesso raggiunto da entrambe le parti.
In altre parole, il rapporto di quasi-lavoro è diventato una zona cuscinetto tra il rapporto civile generale e il rapporto di lavoro”.
Foto di copertina di Taha su Unsplash
Collaboratori: Team di collaboratori dello staff CJO